è stato trovato una notte, durante i suoi primi mesi di vita, da alcuni automobilisti mentre vagava per la strada a Collegno...
..Un’associazione, un rifugio, un grande progetto e tante azioni concrete!
L’Associazione Vivi gli Animali viene costituita nel 2010 con lo scopo di operare a favore degli animali, delle persone che concretamente se ne occupano e per lo sviluppo di una cultura di rispetto di tutti gli esseri senzienti.
Nel 2012, l’Associazione riesce finalmente nell’intento di iniziare a creare uno spazio dedicato al recupero di animali, tristemente definiti da reddito, salvati dal macello, da situazioni di maltrattamento o abbandono. Quello di cui i fondatori sono fortemente convinti è che un posto dove garantire un’esistenza tranquilla ad un po’ di animali sia importante, certo, ma non basti, come non basta una sala in cui tenere convegni e conferenze per sviluppare cultura… Bisogna riuscire a coniugare condizioni di vita dignitose per gli animali, vicinanza alla città e possibilità di partecipazione come condizioni per la comunicazione e il confronto. Tutto questo è nelle potenzialità di quel posto che viene intitolato a Blonda Ruffa, una signora di Mondovì, animalista, che grazie al suo lascito ha permesso l’avvio di questo progetto con la Fondazione Animal Help Onlus. All’ingresso di quello che volevamo fare diventare il nostro rifugio per animali, la cascina e la piccola stalla annessa versavano in condizioni di profondo degrado ed abbandono. Da subito però, con l’aiuto dei volontari e di altri animalisti si è cominciato un lungo lavoro di pulizia, di sgombero macerie e di sistemazione diretto a ricreare condizioni dignitose di operatività.
2012
Chiedere più tutele e diritti per gli animali non è facile, sappiamo che il percorso non è semplice, ci proponiamo degli obbiettivi da raggiungere in una società difficile, dove i valori, l’empatia, l’amore, spesso vengono accantonati e dimenticati.Ma piano piano, il cambiamento c’è, lo vediamo, lo sentiamo, è possibile!Ci piaceva immaginare quel posto pieno di gente e di animali, con delle strutture ben inserite nell’ambiente, dove ci siano gli spazi e le condizioni tanto per accudire gli animali quanto per accogliere degnamente i visitatori e condurre attività informativa e divulgativa. Ci piaceva anche sognare, perché senza i sogni non si fa mai niente. Ma senza sottovalutare le difficoltà, dimenticare le condizioni reali da cui stavamo partendo.
2012 – 2013
Sapevamo che quello che avevamo in mente non si sarebbe realizzato con la bacchetta magica. Abbiamo cominciato col pulire e togliere erbacce e macerie ma in poco tempo la stalla inizia ad ospitare alcuni animali: due pecorelle ed un capretto; una cucciolata di maialini salvati con un sequestro; un vitellino trovato di notte in mezzo alla strada e che (a causa delle attuali normative) sarebbe stato soppresso. E, nello stesso tempo; le prime belle iniziative di comunicazione: il nostro primo calendario ed i primi incontri con la cittadinanza al rifugio.
2013 – 2014 – 2015 …
L’idea che abbiamo e che si concretizza ogni giorno di più, è quella di un rifugio che sappia parlare con la società: che sappia fare informazione per quanto riguarda la cura degli animali (e ce n’e’ bisogno…) e che sappia stimolare le persone sulle tematiche animaliste. Un rifugio “aperto”, non un luogo separato e chiuso. Un rifugio in cui cittadini e scolaresche possano entrare in contatto con animali che vivono in spazi e condizioni etologicamente corrette, per conoscerli e capirli.Vedere, toccare con mano, che una mucca o un maiale sono capaci di atteggiamenti e “sentimenti” non dissimili da quelli di un cane o di un gatto; vedere che hanno una vita sociale e non sono vuote macchine da carne o da latte o da uova, crediamo valga, e sia più efficace di tante parole sullo specismo. Crediamo che solo da una consapevolezza profonda, vissuta, possa nascere un diverso atteggiamento di rispetto nei confronti degli animali e di tutti gli esseri senzienti, sviluppando consapevolezza e solidarietà.Ogni anno ci vedremo impegnati nella nostra “battaglia quotidiana di civiltà” a favore degli animali, e soprattutto a favore dei più deboli tra i deboli, quelli definiti da reddito. Quelli allevati in condizioni indicibili, sfruttati ed uccisi per il consumo umano. Tanti, miliardi nel mondo, centinaia di milioni nella sola Italia. Numeri giganteschi, impressionanti: come si fa a non accorgersene, a non reagire, a non fare qualcosa? Eppure, questi miliardi di animali continuano ad essere “invisibili” agli occhi di chi non vuol sapere. Moda, pubblicità, televisioni, giornali continuano a trattarli e considerarli come accessori, complementi del nostro falso benessere, delle nostre abitudini, comodità, di gusti indotti.Si arriva addirittura a voler far pensare che questi animali siano contenti di offrirci la loro vita, di far entrare la loro vita nelle confezioni di carne in vendita. Nelle immagini e nelle etichette il maiale, la mucca, le galline sono sempre contenti di farsi mangiare. Alle coscienze umane, dietro il sipario dell’ipocrisia e del cinismo, vengono nascosti gli allevamenti intensivi, i trasporti terrificanti, quelle “catene di smontaggio e morte” chiamati mattatoi. Ma noi non accettiamo tutto questo. Vogliamo raccontare un’altra storia: quella che si chiama verità, una verità antispecista (che vuol dire senza preferenze e senza differenze tra le specie animali).La raccontiamo ogni giorno, con il rifugio che gestiamo a Collegno, dedicato agli animali da reddito, dove bue, capre, pecore, maiali, cavalli, asini, galline, mucche, conigli, tacchini… corrono, giocano, mangiano al pascolo, ricevono coccole ed attenzioni: vivono nel rispetto per la loro dignità.Vivi gli Animali è questo: un piccolo contributo quotidiano al cambiamento della cultura della nostra società.Li salviamo, li curiamo, li lasciamo liberi di essere e non diventare oggetti. Il rifugio è l’occasione per far scoprire chi sono, cosa provano, come giocano, finalmente liberi di non avere paura. Vogliamo raccontare questa verità! Incontrare i cittadini, le scuole, soprattutto i giovani, ragazzi e ragazze per i quali non è mai troppo presto imparare che gli animali sono sempre qualcuno e non qualcosa. “Una cultura di rispetto è in fondo una visione in cui noi umani non siamo soli e non siamo padroni del mondo, della natura e delle creature che lo popolano. Una cultura in cui gli animali non siano cose che usiamo per i nostri bisogni si costruisce non solo a parole, ma con l’impegno, l’esempio, la razionalità di un percorso. Serve a poco “salvare animali” se non si sa comunicare; serve a poco comunicare se dietro le parole non ci sono atti concreti.”